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Libri, parte il comodato

Di Alessandra Ricciardi-ItaliaOggi

Via libera al comodato d’uso dei libri di testo per i ragazzi bravi ma di famiglie non abbienti. Anche se in ritardo, il decreto, firmato ieri dal Ministro dell’istruzione, Maria Chiara Carrozza, diviene operativo (si veda ItaliaOggi del 23 settembre). Si tratta, complessivamente, di 8 milioni di euro, stanziati dal governo Letta, tra 2013 e 2014, con il decreto legge per la scuola, che ha iniziato la scorsa settimana alla Camera il suo percorso di conversione. A beneficiarne saranno gli studenti delle sole scuole statali che saranno individuati dagli istituti come meritevoli di sostegno. Per evitare di dissipare una torta certamente non ampia, il dicastero guidato dalla Carrozza ha deciso per l’anno in corso, che conta su una dote di 2,7 milioni di euro, di dare priorità ai territori dove le famiglie vivono situazione di maggiore disagio economico e in queste ai ragazzi meritevoli delle scuole secondarie statali di primo e secondo grado. Il primo requisito è stato fissato in riferimento alle regioni dove il tasso di famiglie disagiate (con reddito netto fino a 15.493,71 euro) è superiore al 15%.

Auto elettriche troppo silenziose: gli USA pensano a una legge

Auto elettriche troppo silenziose: gli USA pensano a una legge

Il problema della silenziosità delle auto elettriche e ibride (con quest’ultime coinvolte almeno in parte, essendo comunque dotate di un motore a scoppio) non è certo una novità. Già in passato, infatti, si è più volte dibattuto su come risolvere quello che appare a tutti gli effetti un potenziale rischio per la sicurezza dei pedoni e degli altri utilizzatori delle strade, i quali potrebbero restare coinvolti in investimenti dovuti all’impossibilità di udire il sopraggiungere di un veicolo privo di motore termico tradizionale.

La questione è molto sentita soprattutto negli USA, dove i modelli a ridotte emissioni stanno incontrando un discreto successo presso il pubblico ponendo però con sempre maggiore urgenza il problema dell’eccessiva silenziosità. Per questa ragione, la National Highway Traffic Safety Administration ha messo a punto una serie di proposte che passeranno prossimamente al vaglio delle autorità americane, con lo scopo di portare all’approvazione di apposite norme atte a trovare una soluzione in favore della sicurezza.

L’idea della NHTSA è quella di obbligare i costruttori di auto elettriche e le auto ibride a implementare sui propri modelli un sistema acustico in grado di riprodurre un suono caratteristico, così da far percepire a chi si trova sulla strada il loro avvicinamento. Il progetto prevede che il suono sintetizzato sia prodotto a un volume minimo sufficiente a essere chiaramente udibile in un ambiente esterno, anche in presenza di numerosi altri rumori, come potrebbe avvenire, ad esempio, in un caotico scenario urbano di una moderna città. 

Il suono artificiale dovrà essere prodotto dalla vettura non appena si scenderà al di sotto delle 18 miglia orarie, ovvero a una velocità di poco inferiore ai 30 km/h. Ai costruttori, secondo la proposta della NHTSA, rimarrà la facoltà di scegliere il tipo di suono da utilizzare, che a quel punto potrebbe differire dal tradizionale rombo di un motore a scoppio in favore di tonalità più “musicali” e gradevoli da ascoltare.

Se tale obbligo arriverà a essere effettivo, le auto elettriche e ibride dovranno essere dotate entro i prossimi tre anni di appositi altoparlanti con annessa “colonna sonora” dedicata, accontentando così, dopo l’ambiente, anche l’orecchio dei cittadini più esigenti.

Fonte: NHTSA

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Carpooling: cos’è e perché conviene

Il Carpooling ha avuto un fortissimo impulso durante la famosa nube del vulcano islandese, che un paio di anni fa bloccò improvvisamente il traffico aereo in mezza Europa, lasciando a terra milioni di passeggeri che, per affari o per turismo, volevano viaggiare. La situazione generò un blocco aereo senza precedenti in tutto il Nord Europa tanto da spingere molte persone a utilizzare Internet per offrire o chiedere un passaggio in automobile (o in moto) ad altre persone dirette verso la stessa destinazione o nelle vicinanze. Il Carpooling è proprio questo ed ebbe, durante l’emergenza vulcano, una forte cassa di risonanza (visto anche che il traffico ferroviario era in difficoltà data la grande esigenza di mezzi per lo spostamento). Nacquero in quella occasione i primi siti di Carpooling attraverso i quali, dopo essersi registrati, si poteva cercare o offrire un posto su una 4 ruote con un duplice scopo: dividere le spese di viaggio e raggiungere una destinazione utilizzando l’unico mezzo di trasporto che in quel momento era affidabile e sul quale si poteva contare.

Finita l’emergenza vulcano, la tendenza è continuata visto che subito si è aggiunta quella relativa al prezzo della benzina, diventato quasi improponibile per molti cittadini. Così, soprattutto durante i fine settimana o i ponti di primavera, il sito carpooling.it è stato preso d’assalto soprattutto da italiani che puntavano a spostarsi entro i confini nazionali. Anche Facebook, Twitter e – in generale – tutti i social network sono stati degli ottimi veicoli per cercare (o trovare) un passaggio in auto per dividere le spese. Un altro sito che sta andando per la maggiore è roadsharing.com, specializzato nella condivisione delle spese per il noleggio di un’auto. Anche postoinauto.it ha rappresentato un punto di riferimento per centinaia di viaggiatori in cerca del risparmio.

>> Leggi la guida al car sharing

Il carpooling conviene?

Dal punto di vista ambientale non c’è dubbio, visto che 4 persone sulla stessa auto emettono meno CO2 rispetto a quanto accadrebbe se viaggiassero su 4 vetture diverse. È stato addirittura calcolato che in un solo mese, i passeggeri che in Italia hanno scelto di viaggiare in condivisione avrebbero potuto riempire 28 treni ad alta velocità o circa 200 aerei. È stato calcolato che i passaggi offerti nel giro di un paio d’anni (per calcolare solo l’Italia) hanno consentito un risparmio di emissioni di CO2 che sfiora le 500 tonnellate.

Dal punto di vista economico, la questione resta aperta, ma nella maggior parte dei casi ne ha beneficio anche il proprio portafoglio. Un esempio su tutti: per la tratta Roma-Milano, si paga 90 euro a bordo di un treno Frecciarossa e 120 euro in automobile. Ma se a bordo si è in 2 o ancor meglio in 3, il risparmio è garantito anche se il tempo impiegato è maggiore. Il servizio dei vari siti Internet è gratuito.

Ma Carpooling significa anche poter circolare anche in occasione dei blocchi alla circolazione dei mezzi più inquinanti in Lombardia e nella zona di Roma. In caso di blocco totale, invece, non è possibile utilizzare la macchina nemmeno viaggiando in gruppo.

Autostrade per l’Italia e il Carpolling

Dai primi mesi del 2010 anche Autostrade per l’Italia punta al Carpooling. Lo ha fatto inizialmente sull’autostrada Milano-laghi (quella che porta anche verso l’aeroporto di Malpensa), riservando una delle uscite della barriera di Milano nord alle automobili con a bordo almeno 4 persone e tagliando di due terzi il pedaggio: 50 centesimi di euro contro 1,50 euro. La fascia oraria in cui si può utilizzare il servizio è quella dell’ora di punta del mattino e del tardo pomeriggio dei giorni dal lunedì al venerdì.

L’esperienza del Carpooling, presente su molte autostrade americane da una ventina d’anni, ha finalmente catturato l’attenzione dei gestori della rete italiana, che l’hanno sperimentata su uno dei tratti più trafficati del paese e ad alto tasso di pendolarismo.

 

Sicurezza

Ma è sicuro accettare o offrire passaggi a sconosciuti? Posto che prima occorre registrarsi, la prudenza non è mai troppa: su questi siti, gli iscritti possono monitorare le attività di chi offre passaggi e consultare i commenti degli utenti dopo ogni viaggio.

In occasione di scioperi di treni o aerei o in casi forza maggiore, gli utenti sembrano scatenarsi di colpo.

“Qualcuno parte da Berlino e deve andare a Rimini? Va bene anche qualsiasi regione dell’Italia del nord, in modo che dopo possa proseguire in treno”. In certi casi, le risposte possono arrivare anche nel giro di pochi minuti e mettere sulla stessa auto persone diversissime tra loro, ma accomunate dalla stessa necessità. E si sa che, in caso di forza maggiore, la solidarietà aumenta.

I pericoli maggiori, in teoria, potrebbero arrivare per le donne, che in base ai dati rappresentano circa il 36% della domanda. Su alcuni siti, però, è presente il servizio viaggio rosa che consente di formare equipaggi solo femminili, riducendo così il timore di viaggiare con uno sconosciuto.

 

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IRONIE REDDITOMETRICHE

 MARTEDI’  5 FEBBRAIO 2013 PRESSO IL CENTRO SOCIALE ALLE ORE 15.30 COMINCIA IL CORSO REGIONALE DI FORMAZIONE PER L’ORGANIZZAZIONE AZIENDALE AD INDIRIZZO COOPERATIVISTICO.
 
 
 
Tratto da ItaliaOggi 07/01/2013

Ironie redditometriche

 

Il redditometro assomiglia sempre più a uno studio di settore per famiglie. Con tutti i limiti che questo tipo di accertamento dei redditi si trascina dietro. Limiti che hanno portato in sostanza a mettere da parte gli studi di settore nell’accertamento del reddito d’impresa, ma risulteranno ancora più evidenti nell’applicazione di metodologie statistiche in un ambito, quello familiare appunto, dove le variabili sono infinitamente più numerose e difficili da normare rispetto alla realtà d’imprese.

Il regolamento sul redditometro pubblicato nei giorni scorsi presenta anche alcune vistose anomalie. Da una parte prevede che su certe spese si utilizzi il maggior valore tra la spesa effettivamente sostenuta, così come risultante negli archivi dell’anagrafe tributaria, e la spesa media per quel tipo di bene. Così se io per il mio cane dovrei spendere 100 euro l’anno, ma in realtà ho speso solo 20 euro, perché il veterinario è mio amico, il redditometro considererà valido il primo valore e non il secondo. E toccherà a me dimostrare il contrario. Roba da matti. Anche perché un conto è dimostrare una spesa sostenuta, un altro conto è dimostrare una spesa non sostenuta. Bisognerà citare il cane come testimone? Altra incongruenza.

In una famiglia monoreddito, il reddito presunto in capo a ciascuno dei familiari è ripartito in base al rapporto tra le spese sostenute da ciascuno dei componenti così come risulta dai dati in possesso dell’anagrafe tributaria (che saranno sempre solo una parte delle spese totali). Quindi la nonnina che ha bisogno della badante si vedrà attribuita la gran parte del reddito e sarà accertata sulla base di questi dati? Infine, se gran parte del mio reddito lo spendo in sesso, droga e rock and roll, probabilmente il redditometro non si accorgerà di nulla. Se invece conduco una vita monacale e lascio in banca la metà dello stipendio o della pensione diventerò molto facilmente un presunto evasore.

Scherzi a parte, questo redditometro sembra fin troppo facile da aggirare per chi sa di non essere in regola con il fisco. Ma finirà per attirare nella sua rete moltissimi contribuenti onesti che hanno il solo torto di avere tipologie di spesa personale o familiare diverse dalle medie dell’Istat. Con esiti paradossali: come farà il lavoratore dipendente a provare che nel 2009 non usciva a pranzo con i colleghi ma si portava un panino da casa? Una cosa però si è capita.

Il redditest, cioè il software per il calcolo del proprio reddito presunto, diffuso nel mese di novembre dalla stessa Agenzia delle entrate era solo un giocattolo, che poco ha da spartire con i risultati che usciranno applicando i parametri (ancora misteriosi) del redditometro. Si è trattato, in sostanza di un’operazione di marketing fiscale, un modo per far sentire ai cittadini il fiato sul collo dell’Agenzia delle entrate. Speriamo solo che tra redditometro e redditest non si finisca per convincere il contribuente che, alla fin fine, il colore più elegante resta sempre il nero.

Di Marino Longoni (Class)

leggete il paradosso